venerdì 18 luglio 2008

Selezione dal "Libro degli Amici" di HvH

Le norme della buona creanza, rettamente intese, sono di guida anche nel dominio spirituale.

Chi nel commercio con gli uomini si conduce con riserbo, vive del proprio reddito, chi di ciò non si cura, intacca il proprio capitale.

L'uomo scopre nel mondo solo quello che ha già dentro di sé; ma ha bisogno del mondo per scoprire quello che ha dentro di sé; a questo sono però necessarie l'azione e la sofferenza.

La gioventù sente che il mondo è gravido di forze; ma non immagina quale parte sostenga nel mondo la debolezza nelle sue diverse forme.

La maggior parte degli uomini non sente, crede di sentire; non crede, crede di credere.

L'uomo superiore vive in pace con tutti, senza agire come tutti. L'uomo volgare agisce come tutti e non va d'accordo con nessuno. L'uomo superiore è facile da servire ma difficile da appagare. L'uomo volgare pretende un servizio gravoso e si soddisfa buon mercato.

Una intelligenza ordinaria è simile ad un cattivo cane da caccia, che trova rapidamente la pesta di un pensiero e rapidamente la perde; una intelligenza fuori del comune è simile a un segugio che non si lascia sviare dalla pesta fino a che non abbia raggiunto la preda.

Si apprezzano come cosa rara coloro che sanno ascoltare con tranquilla attenzione; altrettanto raro è un vero lettore, ma più raro di tutto uno che lasci operare su di sé i propri simili, senza guastare, anzi distruggere continuamente l'effetto con una sua intima inquietudine, la vanità, l'egoismo.

Gli amici non sono né molti né pochi, ma in numero sufficiente.

Si può arrivare ai sessant'anni senza avere un'idea di ciò che si ha un carattere. Nulla è più oscuro delle cose che abbiamo continuamente sulle labbra.

Un uomo che muore a 35 anni è in ciascun punto della sua vita un uomo che morrà a 35 anni. Questo è ciò che Goethe chiamava l'entelechia.

Nessuno si conosce, fin quando è soltanto se stesso e non allo stesso tempo anche un altro.

Senza l'amore di se stessi la vita non è possibile, neppure la più lieve decisione, soltanto immobilità e disperazione

Qual è l'elemento fondamentale della dignità? la naturalezza.

Non basta affermare soltanto cose vere; è altresì necessario non dire tutte quelle che sono vere; perché bisogna esprimere soltanto le cose che sia utile manifestare, non quelle che ferirebbero soltanto senza portare alcun frutto, e perciò come la prima regola è parlare con verità così la seconda è parlare con discrezione.

Lo spaventoso della colpa è che essa legittima straordinariamente la paura, il più gran male del mondo.

Un parziale odio contro se stessi sta alla radice di ogni stortura.

Attenzione e amore sono l'uno condizione dell'altro.

Vi sono, spiritualmente, tante persone quanti sono gli incontri.

Ogni nuova conoscenza importante ci scompone e ci ricompone nuovamente. Se essa è di grandissima importanza, allora si compie in noi una rigenerazione.

Gli uomini della nostra epoca confusa vivono la loro vita più vera in episodi accidentali, malintesi non chiariti, fruttuose distrazioni.

Le buone maniere riposano su un doppio fondamento: dimostrare agli altri ogni attenzione, non imporre se stessi.

I difettosi nell'anima si conoscono e fiutano l'un l'altro di lontano.

L'età dell'uomo, vista dal di dentro, è eterna giovinezza.

La gioia richiede più abbandono, più coraggio che non è il dolore. Abbandonarsi alla gioia significa sfidare il buio, l’ignoto.

Non vi è nulla di essenziale all'interno che non appaia insieme all'esterno.

Diventare più maturi significa separare più nettamente, congiungere più intimamente.

L'uomo mediocre si ferma troppo presto dopo il pensiero giusto; di qui le tante mezze verità che sono nel mondo.

L'uomo comprende tutto, salvo ciò che è perfettamente semplice.

1 commento:

GT ha detto...

QUESTO COMMENTO E' DI MATILDE

La gioia richiede più abbandono, più coraggio che non è il dolore. Abbandonarsi alla gioia significa sfidare il buio, l’ignoto.

Ogni nuova conoscenza importante ci scompone e ci ricompone nuovamente. Se essa è di grandissima importanza, allora si compie in noi una rigenerazione.


Se ho ben capito hai scelto dal libro degli amici le frasi, le massime i pensieri che ti hanno colpito di più, che ti parlano, direbbero i miei amici neocatecumenali i quali sostengono che ognuno di noi dovrebbe aprire ogni giorno la bibbia a caso e scoprirebbe che il passo a caso aperto, ha una parola diretta proprio a chi lo legge. Così loro dicono, Dio ti parla attraverso la bibbia, mandandoti il messaggio giusto al momento opportuno. Ma questo in fondo lo dicono in tanti, niente avviene per caso in questo mondo, se esistesse il caso, la casualità sarebbe tutto perduto, così come l’universo segue regole ben precise dove tutto è perfetto, così la nostra vita segue il ritmo della causalità e non della casualità, quindi è possibile che se apro un testo troverò in quelle pagine una risposta ai miei pensieri del momento, e se incontro un amico è lui quello che in quel preciso istante serve alla mia vita, come io servirò alla sua. Allo stesso modo accade l’amore, che si dice sia cieco, in realtà è mirato a far scoprire a ciascuno l’altro, e avviene secondo regole precise: si incontrano anime ed animalità, si fiutano e sanno solo che devono congiungersi (elettivamente e sessualmente), lui e lei o lui e lui o lei e lei, non importa né chi siano né che faccia abbiano, l’importante è che la loro unione risponda ad una legge dell’universo, altrimenti sarà un’unione falsa e dovrà prima o poi tornare alla separazione. Io non so esattamente cosa dica H.H. perché non l’ho mai letto (prima o poi lo farò) ma dice talmente tante cose, dense forse troppo dense, non si abbandona mai al gioco, all’ironia, alla vitalità del vivere in superficie, entra dentro la materia e la scarnifica fino a trarne il frutto.. Bello, ma di tutte quelle frasi mi restano impresse le due che metto in alto. Io faccio sempre così, leggo velocemente (anche perché non ho tempo di fermarmi in ufficio) ma anche per scelta, evito cioè che il cervello entri in funzione e scelgo di pancia, ed ecco che di tutta la sfilza di parole, escono due frasi per me significative.
La prima dice una grande verità o che per lo meno io ritengo tale: la gioia richiede più coraggio del dolore, e quando si parla di gioia si parla non di felicità, di allegrezza, di serenità, la gioia è un dono divino (dice sempre la bibbia:dove c’è Dio la gioia c’è), si può essere credenti o non credenti per comprendere questa affermazione, la gioia è l’unità della molteplicità (vedi Plotino), è quando della disgregazione della vita riesci ad aggregare tutto ed essere per un solo attimo uno e molteplice, in termini più poveri ma anche più limpidi, la gioia è il momento in cui riesci a cogliere il bello in mezzo al brutto, il positivo in mezzo al negativo e ad apprezzare tutto ciò. Accade raramente, molto raramente di provare la gioia e quando la provi, è difficile abbandonarcisi, perché la gioia fa paura, fa pensare al cambiamento, al rischio di essere in sintonia con se stessi (il divino), è l’ignoto è veramente il buio. Ma in quei rari momenti in cui la gioia ci cade addosso bisogna afferrarla gustarla, viverla con la coscienza che si è in uno stato di gioia. GIOIA, una consonante e tutte vocali, (la i vocale squillante, la o vocale cupa e la a vocale di apertura, la consonante è una gutturale dolce, sa di girotondo di girasole, gioventù, giorno …….).

Frase numero 2. le conoscenze importanti, ci scompongono e poi ci ricompongono dando luogo ad una rigenerazione. Questo lo trovo di una veridicità sconvolgente, questo mi si attaglia come un abito cucito su misura. Così come gli etologi studiano gli animali,p perché hanno nei loro confronti attrazione e passione, io studio la gente, le persone ed ognuna che riesco ad avvicinare, conoscere, entrare in contatto, mi lascia un po’ di sé, mi entra dentro l’anima e ci fa una piega, poi magari scompare e se ne va, ma mi è rimasta la sua essenza, ed ognuno mi arricchisce, mi rende diversa nuova, nel bene e nel male, così ho passato la vita ed ancora continuerò a passarla nella fascinazione delle nuove conoscenze, dello scoprire novità in quelle antiche e nel cambiare evolvere continuamente anche io, dando luogo a persone diverse continuamente, così non perderò mai la voglia di vivere, avrò sempre da imparare e da dare. Rigenerandomi in ogni istante, non invecchierò, e quando la mia vita sarò giunta al suo ultimo passo, ricorderò ed avrò dentro l’umanità che ho conosciuto, che in fondo ero io tante volte spezzata e altrettante volte ricomposta in quell’unicum che è la VITA.
Forse ho detto una marea di boiate, forse no, ma che importanza ha, mi diverte da morire questo blog, mi ispira lo scrivere per il gusto di farlo, il disquisire senza fini utilitaristici, per puro diletto, insomma MI PIACE, considerando che avrei voluto nascere contessa, alla corte francese di Napoleone terzo e tenere circoli letterari, salotti culturali come Mme de Stael….
Un po’ pazzeggio un po’ no, quando scrivo non riesco ad essere razionale (quando naturalmente scrivo in questo modo rilassato), i pensieri escono non dalla mia testa ma dalla mia pancia e quindi sono immersi nel liquido fetale della nascita, infatti nascono prendono corpo a prescindere da me, e si strutturano in affermazioni, negazioni, sintesi, analisi, che io non so di avere dentro. E’ divertentissimo.
Grazie Gilberto per avermi dato questa opportunità, io non ci avrei mai pensato da sola.
Chissà perché nessuno partecipa a questo gioco di osmosi. Boh!!!